La filatura e la tessitura hanno sempre rappresentato compiti essenziali, per lo più riservati alle donne, nella tradizione rurale e contadina, anche in Valle Camonica. In questo territorio è sempre stata protagonista: ne sono testimonianza le incisioni rupestri che raffigurano l’uso del telaio a pesi in epoca preistorica.
In tutte le case della Valle Camonica si tessevano la lana, il lino, la canapa, come è ampiamente documentato negli archivi e nella memoria orale di intere comunità locali. Trama e ordito componevano oggetti di uso quotidiano, che costituivano l’abbigliamento del montanaro, e nel contempo l’addobbo della casa e il corredo del matrimonio. Molto spesso la lavorazione dei tessuti si accompagnava con la loro tintura e colorazione.
A partire dalla ne dell’800 si diffuse anche in Valle Camonica l’industria tessile, che sostenne per più di un secolo una ampia occupazione femminile.
Ma con l’inizio degli anni ’80 del secolo scorso cominciarono i primi segnali di una crisi industriale irreversibile, che portò quasi a grandi riduzioni di prodotto e quindi di occupazione.
Oggi si assiste alla riscoperta del valore artigianale della tessitura, con la sperimentazione di percorsi di valorizzazione e rilancio delle pratiche tradizionali: un esempio è la riscoperta del “pezzotto” di Monno, realizzati su vecchi telai a mano con l'utilizzo di materiale di recupero. Vari progetti sono in corso per valorizzare, attraverso l’arte contemporanea e il design, questo grande patrimonio di tecniche e di lavorazioni, che sembrano arrivare intatti direttamente dalla lontana Preistoria.