Gli abeti e i larici della Valle Camonica sono sempre stati rinomati nella storia artigianale della montagna alpina, e sono stati la materia prima e di lavorazione per centinaia di segherie e falegnamerie dislocate in tutti i comuni del territorio.
Il trasporto delle conifere dai boschi alle zone di trasformazione avveniva a mezzo di carri o tramite la uitazione, soprattutto sul fondovalle, sfruttando la forza un tempo impetuosa del ume Oglio. Dalle segherie uscivano travi ed assi per l’edilizia; con l’abilità dei falegnami si producevano mobili di arredo e attrezzi per il lavoro nei campi.
Particolarmente pregiati erano i boschi dell’Alta Valle Camonica e quelli dell’altopiano di Borno. L’economia del legno era fondamentale nella cultura rurale e preindustriale delle comunità di montagna, e la buona tenuta dei boschi costituiva un elemento portante del sistema di vita e di produzione locale.
Oggi questa tradizione sopravvive nell’economia territoriale nelle numerose aziende che producono manufatti in legno per l’edilizia, soprattutto nel campo della serramentistica, particolarmente attivo in Bassa Valle Camonica. Altre aziende, di valenza più nazionale e internazionale, seppur operanti in Valle Camonica, hanno sviluppato la lavorazione del legno lamellare, mediante legni non locali, ma capitalizzando una tradizione di competenze e professionalità nella lavorazione del legno che non si mai sopita nel tempo.