Le fucine, con il fuoco e il rumore assordante delle ruote e dei magli, sono ancora una realtà viva e produttiva in Valle Camonica, in particolare a Bienno e in Valgrigna, dove è attiva anche una scuola per imparare e tramandare la forgiatura del ferro al maglio.
Una tradizione secolare di lavoro artigiano, di sfruttamento delle risorse naturali (le miniere di ferro ovviamente, ma anche l’acqua per far muovere le ruote e i magli, o per dirigere l’aria per alimentare le forge) per produrre prima spade e armature, e poi secchi, vanghe, picconi, badili e ogni altro attrezzo di uso quotidiano, che hanno sostenuto per secoli l’economia rurale e preindustriale.
La forza artigiana del ferro viene messa in mostra, sempre a Bienno, uno dei borghi più belli d’Italia, nella Biennale di Forgiatura e nell’annuale Mostra mercato, nel mese di agosto: un’occasione per scoprire una vera vetrina dell’artigianato artistico italiano.
Oggi, la solida capacità tecnica e professionale dei “maister” e dei “brahchì” - gli artigiani del maglio di un tempo – si è trasformata nell’abilità dei forgiatori moderni, che concentrano la loro attività nei distretti di Cividate Camuno e della Media Valle Camonica, in grado di lavorare enormi lingotti di acciaio per trarne valvole, pompe e strumenti di alta precisione per le centrali e le industrie energetiche ed estrattive di tutto il mondo. Un settore fortemente internazionalizzato, che partì secoli fa dal rumore dei magli in una piccola valle di montagna.