In Valle Camonica, terra di pastori e transumanza, è sempre stata rilevante l’industria conciaria e della trasformazione delle pelli.
Lo storico Bortolo Rizzi, ancora nell’800, testimonia della presenza di concerie in Valle Camonica a Ponte di Legno, Vione e a Breno. Rilevante era anche la dimensione delle esportazioni dalla valle di pelli trasformate.
Il territorio camuno infatti era particolarmente adatto per la conceria, n dall’epoca preistorica, non solo per la presenza della materia prima (gli animali e la loro pelle) ma anche per la massiccia presenza di acqua, di calchere (la calce è elemento indispensabile per la concia) e di alberi tannici (come il castagno): sono tutti ingredienti indispensabili per trasformare la pelle in cuoio. Oggi tuttavia questa che era stata probabilmente una grande tradizione artigiana della Valle Camonica è pressoché scomparsa dall’economia produttiva del territorio camuno.
Vari artigiani producono oggetti, manufatti ed utensili in cuoio e pellame di vario tipo, ma la materia prima proviene oggi da mercati non locali, nazionali e internazionali. E’ un settore che si apre anche alla pratica degli artigiani che arrivano in Valle dalle terre più lontane, e portano con sé tecniche ed applicazioni originali di una cultura che si apre al nuovo.